Roma, quanto sei bella.
Ti ho sempre amata e mi hai sempre dato quelle farfalle allo stomaco da primo amore, che poche città al mondo hanno saputo darmi. Ogni volta era sempre come se ti vedessi per la prima volta.
Da ragazzina dicevo sempre di voler andar a vivere all’estero, addirittura, e che se proprio fossi rimasta in Italia, avrei voluto vivere a Roma.
Beh, quel momento è arrivato, il momento di fare i bagagli e raggiungerti, se sarà per sempre questo non lo so.
I cambiamenti sono sempre difficili e mi facevo tante domande. Sarà come me l’aspetto? Mi piacerà Roma, vivendoci, così come mi piace adesso? Saprà ancora stupirmi e lasciarmi letteralmente senza parole?
No, non è tutto oro quello che luccica. I primi mesi sono stati duri, molto più di quanto immaginassi e la Roma che vivevo erano prevalentemente i palazzi che si scorgono dalla finestra della mia camera.
Ho fatto i conti col tempo, quelli che un po’ tutti siamo costretti a fare, ma alla fine ce l’ho fatta. O meglio, ce la sto facendo.
Sono qui per un Master (appena ultimato) in Reportage di Viaggio e, per via della tesi, mi sono spinta oltre. Oltre i confini. I confini tra l’apparenza e la realtà. Mi sono spinta oltre l’immensità del Colosseo, la regale eleganza dell’Altare della Patria, la bellezza indescrivibile di Via dei Fori Imperiali – che lascia ogni volta sbalorditi –, il romanticismo dei giardini di Villa Borghese, la perfezione del Gianicolo e del Pincio e la maestosità indiscussa della Fontana di Trevi.
Sì, perché Roma è bella come nessuna al mondo, ma esattamente come tutto il mondo ha i suoi lati oscuri. Quelle realtà nascoste che non sono esattamente da cartolina, che i turisti non amano fotografare. Quelle realtà nascoste che spesso per codardia si evita di scoprire, lasciandole abbandonate sotto quel velo scuro di ipocrisia, sperando che i più vedano solo il bello.
Quest’estate, durante un workshop di fotografia del Master, con un importante fotoreporter del panorama nazionale, mi sono imbattuta in una di queste realtà.
Uno dei luoghi storici di Roma, nel cuore del quartiere Esquilino. Piazza Vittorio Emanuele, meglio conosciuta come piazza Vittorio, è culla di rovine e tesori storici: meraviglie ormai ignorate.
Nonostante i numerosi gioielli artistici di richiamo, qui i turisti non vengono quasi più. Di queste meraviglie ora godono per lo più pusher, clochard e ubriachi in bivacco.
Rifiuti sparsi in ogni angolo e a volte siringhe nei giardini incolti: la situazione è di abbandono.
Questa è solo un’introduzione. Nei prossimi capitoli di questo reportage non sarò io a raccontarvi questo spaccato romano, o meglio non ve lo racconterò attraverso i miei occhi. Saranno gli occhi e le parole della gente che lì ci vive o ci lavora a delineare una realtà tanto colorata quanto triste.